il metodo TMofD
Vogliamo finalmente svelarvi un mistero che si trascina da mesi e che è resistito anche al lockdown. Abbiamo chiesto ai nostri legali, abbiamo interpellato l’ufficio stampa, ed io ho anche telefonato a mia madre. Ci è stato dato il via libera, possiamo confessarvi che cosa facciamo. A volte siamo chiamati architetti, a volte siamo definiti interior designer o arredatori. Ma ci chiedono anche cosa vendiamo e dov’è il nostro negozio.
Ebbene, ci occupiamo delle case, di come sono pensate, riempite e vissute. In questo senso l’aspetto che per noi è prioritario – ed anche prevalente su competenze, titoli ed esperienza, che pure abbiamo – è il nostro metodo.
Entriamo nelle case da osservatori appassionati, curiosi di analizzare gli spazi e di capire il lifestyle dei committenti. Il dialogo è una parte fondamentale del nostro metodo perché ci consente di comprendere, per mezzo di domande mirate, non solo la funzionalità oggettiva dell’abitazione ma anche come viene utilizzata, e questo è un punto di vista del tutto soggettivo. In questo modo saranno chiari gli aspetti critici sui quali lavorare per ottenere il miglior risultato possibile.
Ora, potremmo raccontarvi che il nostro metodo è circolare, che il suo inizio e la sua fine possono cambiare, in virtù dello stato di fatto che troviamo, e che non è detto si debbano percorrere tutte le 4 fasi: SPACE ORGANIZING, DECLUTTERING, HOME STYLING, SHOPPING ASSISTANCE. Potremmo farlo ma crediamo sia più immediato raccontarvi la storia di una “cliente tipo” che abbiamo supportato e che stiamo ancora seguendo in nuovi progetti.
DRIN (squilla il telefono): “Buon giorno ragazzi (grazie per i ragazzi), mi chiamo Alice e ho la casa che non funziona, c’è troppo disordine e non mi piace più il suo stile, non la sento più mia. Non è che potete darmi una mano?”
Noi felici perché questo è un po’ il nostro cliente ideale, col quale è possibile instaurare un percorso capace di modificare radicalmente una casa e la qualità della vita di chi la abita. E non pensiate a ristrutturazioni radicali, non sempre sono necessarie, anzi.
Andiamo da Alice e mentre osserviamo la casa come stessimo analizzando la scena di un crimine – attenti ad ogni minimo dettaglio – ci facciamo raccontare cosa non va, dal suo punto di vista, e cosa vorrebbe cambiare. In un dialogo che è fatto, al contempo, di ascolto e molte domande, capiamo che il nodo principale da sciogliere è un accumulo inconsapevole di oggetti e suppellettili.
Una libreria enorme, infatti, collocata sulla parete sbagliata della sala e riempita di ogni genere di cose, è chiaramente il peccato originale dell’abitazione. Proponiamo quindi, prima di effettuare modifiche stilistiche e di acquistare ulteriori pezzi – un divano nuovo, ad esempio – di procedere con un deciso SPACE ORGANIZING e DECLUTTERING del superfluo.
Sembra incredibile ma vi possiamo confermare che raramente le persone vedono con lucidità gli spazi della propria abitazione. E sapete perché accade tutto questo? Perché un’assuefazione graduale a ciò che ci circonda non ci aiuta ad avere una visione lucida della situazione.
Bene, fatti due conti sul distributivo della doppia sala, abbiamo individuato la parete più corretta per posizionare la libreria, che abbiamo svuotato e spostato. Non da soli, sia chiaro!
Tutti felici di vedere il living finalmente predisposto ad accogliere il divano nuovo, ci siamo dedicati all’HOME STYLING della libreria, ricollocando oggetti e complementi nella giusta posizione ed alleggerendola da depositi di cianfrusaglie provenienti da vite precedenti. Un’ulteriore conferma: molto spesso non siamo consapevoli di cosa c’è nelle nostre case, sembra incredibile ma è così.
Lo spazio ritrova un senso logico, la libreria è ordinata e nella giusta posizione: una visione più alleggerita dell’insieme ci consente di iniziare uno studio stilistico della casa. Decidiamo, assieme ad Alice, di cambiare i colori delle pareti – tutte bianche fino a quel momento – in coerenza coi pavimenti originali in graniglia. Proponiamo un nuovo MOODBOARD cromatico per l’intera abitazione. Visto e piaciuto. La casa ora è in ordine, alleggerita, con gli arredi al posto giusto ed una nuova energia.
Fine del lavoro? Non proprio, perché a casa stravolta – con poco se ci pensate – possiamo finalmente acquistare il divano che ora ha un posto dove stare, esattamente dove prima c’era la libreria. Passiamo alla fase di SHOPPING ASSISTANCE, effettuando una selezione di divani che siano in grado di dialogare con gli spazi rigenerati, e tenendo conto dei colori preferiti e del budget di Alice.
Un’altra cosa che accade spesso? Man mano che intervieni sulle case, trasformandole, rendendole più belle, più funzionali e, soprattutto, più corrispondenti a chi le abita, emergono ulteriori cambiamenti da fare.
DRIN (squilla il telefono): “Ragazzi, sono Alice, vi disturbo? Perché mi sono accorta che le sedie della cucina sono da cambiare, non c’entrano nulla col tavolo che ho! E anche il bagno, quello in mosaico azzurro che a voi non convinceva, non riesco più nemmeno a guardarlo, voglio rifarlo con urgenza”.
“Alice, ci vediamo domattina”.