A piedi nudi
Scrive Daniel Liberman, paleoantropologo dell’Università di Harvard:
«Che ci piaccia o no, siamo primati grassocci e senza pelliccia a cui piacciono gli zuccheri, il sale e i grassi, ma siamo ancora adattati a una dieta diversificata ricca di frutta e verdura, noci, semi, tuberi e carne magra. Ci piace rilassarci, ma i nostri corpi sono ancora quelli di atleti di resistenza nevoluti per camminare per molti chilometri al giorno e per correre spesso, oltre che per scavare, arrampicarsi e trasportare pesi. Adoriamo le comodità, ma non siamo ben adattati a trascorrere le giornate in poltrona, calzando scarpe e fissando un libro o lo schermo di un computer.»
Concordiamo pienamente col prof. Liberman sull’importanza di un corretto stile di vita, perché una sana alimentazione, assieme all’attività fisica, sono alla base del nostro benessere. Certo, per fare questo servono impegno e determinazione ma come per ogni cosa, quando diventerà un’abitudine, non faremo più fatica!
Si sa, è sempre il momento del cambiamento che crea più disagio, perché cambiare i gesti quotidiani ci costringe ad abbandonare degli automatismi consolidati che sono incisi nella nostra mente. Degli aspetti indicati nella citazione, pensando all’ambiente domestico, la nostra attenzione cade immediatamente sulle scarpe calzate stando seduti sul divano del salotto. Domanda: quanti di voi entrano e stanno in casa con le scarpe? Avete mai pensato a cosa calpestate per strada e a cosa trasportate, di conseguenza, sui vostri pavimenti? Non vogliamo creare allarmismi, ricordando uno Studio dell’Università dell’Arizona che ci dice che sulle nostre suole si possono annidare oltre 400 batteri, e non siamo scienziati per poter tenere una lectio magistralis nel merito. Ma capire che per strada c’è di tutto e che tutto questo finirà sopra il nostro parquet, una volta varcata la soglia di casa, lo troviamo piuttosto inquietante. Siamo appena rientrati da un bellissimo viaggio in Giappone ed abbiamo avuto conferma come per loro sia naturale lasciare le scarpe all’ingresso, nel genkan, uno spazio solitamente più basso del resto dell’abitazione. La casa non va mai contaminata.
E se doveste recarvi in bagno, preparatevi ad un ulteriore cambio, perché le pantofole che state utilizzando in casa non vi consentiranno certo l’accesso. Lì troverete una seconda calzatura immacolata e dedicata!
Tornando in Europa, in Finlandia ad esempio, non solo le scarpe non entrano in casa ma non entrano nemmeno a scuola. E ciò vale sia per gli studenti sia per gli insegnanti. Questa sana abitudine, peraltro, pare non incida solo sulla “sanità” delle superfici calpestate ma anche sul rilassamento psico-fisico delle persone. Si usa dire “dalla testa ai piedi”, in realtà si dovrebbe invertire l’ordine e dire “dai piedi alla testa” e finché esisterà la forza di gravità, saranno sempre i piedi a “connetterci” fisicamente allo spazio nel quale ci muoviamo e relazioniamo. Riflettete, le scarpe, oltre a non essere un elemento di igiene, sono anche una vera e propria armatura, fisica e psicologica. Vi riproponiamo, ora, la domanda posta in precedenza ma in forma diversa: quanti di voi non vedono l’ora di togliersi le scarpe dopo una lunga giornata trascorsa fuori casa? Ed allora, perché non impariamo a togliercele tutte le volte che possiamo?
A casa nostra, a casa di amici, all’aperto, finalmente liberi di camminare a piedi nudi su una spiaggia o su un prato ben tenuto, non è bellissimo? Camminare a piedi nudi è un modo per riappropriarsi della propria libertà, instaurando nuovamente una relazione diretta con la superficie di appoggio, sia essa domestica o naturale. Noi siamo in contatto con la Terra per mezzo dei piedi, non dobbiamo essere egoisti costringendoli tutto il tempo all’interno di scarpe coercitive. Abbiamo il dovere di liberarli tutte le volte che possiamo. Michele ed io amiamo camminare a piedi nudi sul parquet, perché ci teniamo molto all’igiene degli ambienti domestici e perché percepiamo una sensazione di libertà che la vita fuori casa spesso ci fa perdere. Ed è incredibile come un effetto fisico sia capace di incidere sul fronte psicologico ed emozionale. E se abbiamo ospiti, pur essendo consapevoli che non è facile invitare le persone a togliersi le scarpe – soprattutto in Italia, Paese nel quale la forma spesso prevale sulla sostanza – cerchiamo di coinvolgere anche gli altri in questa nostra abitudine.
Perché a piedi nudi, o scalzi che siano, si sta semplicemente bene.