Acquisto (e regalo), quindi sono
Cogliamo l’occasione di questo periodo natalizio per condividere alcune riflessioni legate agli acquisti personali ed ai regali destinati alle persone a noi care. Viviamo in un frangente storico nel quale la spinta all’acquisto compulsivo è forzata da una serie di operazioni e variabili commerciali: black friday, saldi e pre-saldi, sconti on line, etc. etc.
Ma tutto questo, invece di produrre un effettivo vantaggio – pur con alcune eccezioni – genera comportamenti irrazionali, portandoci a disperdere risorse in modo inconsapevole. La tendenza generale è quella di acquistare molte più cose che in passato – magari di valore minore – senza una vera logica e di qualità discutibile.
Il punto di partenza non può essere la ricerca dell’offerta ma la risposta ad una nostra effettiva esigenza, materiale o immateriale che sia.
Capiamo bene cosa ci serve, cosa ci piace, cosa può soddisfare una nostra passione, cosa può funzionare nei nostri spazi domestici. Medesimo ragionamento potrà essere esteso ai regali che dobbiamo, o meglio, vogliamo fare.
Evitiamo di circondarci di oggetti solo per compiacere gli altri, per avere una riconoscibilità sociale, o per sentirci parte di un sistema estetico condiviso. Non sono disvalori in assoluto, ma crediamo convintamente l’importanza di ricondurre le scelte – e di conseguenza le case – ad una dimensione più umana, più vera, più corrispondente a quello che siamo.
Accade sempre più di frequente di entrare in abitazioni cariche di arredi e complementi, come fossero l’arca di Noè del design, in una giustapposizione compulsiva di pezzi “iconici”, per utilizzare un termine che ha perso ogni significato, tanto se ne è abusato.
Dobbiamo sforzarci di ribaltare la prospettiva: partiamo da ciò che serve o che desideriamo veramente, perché parte delle nostre reali passioni, senza “pescare” dal mare delle offerte, perché saremo travolti dai suoi flutti.
Di contro, suggeriamo una quota di leggerezza da affiancare alla consapevolezza.
Abbiamo registrato una crescente “ansia da prestazione” in ogni azione da compiere, avendo come conseguenza una paralisi nel processo decisionale. Davvero, l’acquisto di un arredo o di un complemento non può trasformarsi in mesi di inquietudine, nei quali si valutano centinaia di alternative, perché ci potrà essere sempre qualcosa di diverso o migliore.
Qualsiasi scelta faremo ne escluderà altre, fa parte del “gioco”. E forse è proprio questo il punto, è un “gioco”, e tale dovrebbe rimanere.