Ambiente & dintorni
La visita di Ambiente a Francoforte, una delle fiere più importanti al mondo nel settore dei complementi per la casa – oltre 300.000 mq divisi in 3 macroaree: living, dining e giving (idee regalo) – è stata occasione di riflettere su alcuni temi del nostro tempo.
La prima percezione che hai – certo, non serviva andare in fiera, ma lì ci sbatti proprio la testa – è che viviamo in una società che produce oltre qualsiasi concetto di necessario ed utile, sia in termini quantitativi, sia in termini di declinazione di offerta.
Chiunque potrà facilmente confutare questa affermazione sostenendo che esiste la libertà di impresa, la libertà di creare qualsiasi cosa, di produrre ciò che si vuole. Noi siamo d’accordo, in linea di principio, ma quando vedi i risultati si insinua dentro di te un dubbio atroce, il dubbio che stiamo costruendo la nostra fine, col sorriso, col colore, con l’insostenibile leggerezza dell’infinito produrre.
La seconda percezione è che non abbiamo la minima coscienza dello stato delle cose presenti e continuiamo a sfornare oggetti assolutamente incompatibili con la sostenibilità materiale del pianeta Terra. E ciò, volendo anche trascurare la bruttezza, sì sentiamoci liberi di esprimere un giudizio di valore, della maggior parte delle cose che abbiamo visto.
Anche qui verremmo facilmente confutati, ci verrà ricordato il famoso detto latino: “De gustibus non è disputandum”. Ma è proprio così? In parte sì, naturalmente, è vero che ognuno di noi ha una propria sensibilità estetica, e questo è bello, è la ricchezza della diversità.
Questo ci sta bene, non possiamo che condividerlo, naturalmente. Tuttavia, desideriamo spostare il focus del ragionamento sugli effettivi strumenti che abbiamo per esprimere un giudizio consapevole, senza tutti quei sottili condizionamenti inconsci, ai quali siamo sottoposti, direi bombardati, h 24.
Ed allora, che senso ha avere decine di stand che ci propongono migliaia di borracce per l’acqua – ottima soluzione per non comprare le bottiglie usa e getta – e poi, nel padiglione a fianco, altrettanti stand che espongono migliaia di oggetti di plastica?
Ci teniamo ad essere chiari nel merito di quanto scritto, perché non sia percepita come una critica alla fiera di Francoforte, che rimane un’ottima Fiera, peraltro organizzata in modo impeccabile, sotto molti punti di vista. Come pure rispettiamo tutti quegli imprenditori – lo siamo anche noi – che investono risorse per essere presenti, per raccontare il proprio mondo, i propri prodotti, le proprie idee.
Ci piacerebbe vedere uno scatto in avanti, nel futuro, ci piacerebbe percepire una maggiore coscienza circa la necessità di cambiare prospettiva, lo schema di gioco, la cultura genetica dei prodotti.
Non sarà uno scherzo scardinare logiche che da quasi un secolo stanno alla base della nostra società, ma se oggi il design ha uno sfida, questa è la sfida: scardinare il presente in modo dirompente per riconfigurare un futuro diverso, più umano, l’unico possibile.
Basterà tutto questo? No, se ognuno di noi non modificherà il proprio stile di vita.