Da dove siamo partiti

Il nostro incontro è avvenuto una sera di settembre del 2013, grazie ad amici comuni e, da subito, è nata una profonda sintonia, umana e culturale: nei viaggi, nelle amicizie, nello stile di vita. Nei pensieri più stupidi ed in quelli più profondi, ci siamo spesso ritrovati allineati, a volte con un semplice incrocio di sguardi, a volte confrontando le nostre opinioni.

Nel corso del tempo abbiamo avuto occasione di visitare case, anche importanti, nelle quali tutto era apparentemente a posto, con pezzi di valore, finiture di pregio e coerenza progettuale.

Accadeva spesso, già a fine serata, magari in ascensore, di guardarci negli occhi e condividere le medesime perplessità in merito agli spazi visitati. Un pensiero ricorrente ci portava a formulare la seguente domanda: questa casa riflette veramente le esigenze, i desideri e l’anima del proprietario? La risposta più frequente era di percepire la mancanza di un legame tra i proprietari e la loro abitazione. Ed il ragionamento finiva lì.

L’idea di creare un’attività nel mondo del design si rafforzò nel tempo con una decisa accelerazione durante la ristrutturazione integrale del nostro appartamento di Milano.

Pur essendo due persone completamente diverse – nel fisico, nella mente, per storie famigliari e per formazione – siamo rimasti felicemente sorpresi nel trovarci in sintonia nelle scelte, anche partendo da posizioni diverse.

In quel frangente, in un momento nel quale entrambi avevamo la nostra professione e le nostre sicurezze, si accese la famosa lampadina ed iniziammo a disegnare un’idea di progetto che potesse riguardare il mondo dell’interior design.

Ci siamo chiesti se fosse possibile intervenire nella progettazione degli spazi con un approccio diverso, più umano, riportando al centro del progetto il committente con il proprio vissuto, le proprie passioni ed il proprio stile di vita.

L’interior designer, l’architetto, e soprattutto l’interior decorator – colui che consiglia e contribuisce a reinventare i luoghi di un’altra persona – dovrebbe sempre progettare gli spazi di questa persona, non i propri spazi.

Abbiamo riflettuto e capito che questo modo di lavorare è possibile soltanto se si parte da un dialogo approfondito con il proprietario dello spazio da “ripensare”: il nostro scopo non è vendere un progetto precostituito, non è consigliare forzatamente un arredo specifico.

Il nostro scopo è costruire un luogo bello e funzionale, con un’armonia estetica ed energetica che corrisponda al carattere, alle esigenze ed allo stile di vita del proprietario. Certo, è possibile che il committente cambi idea, che modifichi alcuni punti di vista in merito alle scelte stilistiche e funzionali della casa, una volta confrontatosi con noi.

Perché il nostro contributo consiste anche nel far conoscere soluzioni non pensate, nel suggerire colori non immaginati, nell’immaginare distributivi non considerati. Il progetto sarà sempre frutto di una sintesi tra le nostre conoscenze, competenze, sensibilità estetiche e progettuali, e la visione ed esigenze della committenza. Crediamo nel dialogo come metodo progettuale.

Sin da piccolo sono stato un grande osservatore, guardavo tutto, proprio tutto, fino ai dettagli apparentemente più trascurabili. Era come un gioco: se c’era qualcosa che non mi piaceva immaginavo come migliorarla. Mia madre rimaneva colpita dai miei consigli, soprattutto perché dati da un ragazzino.

Ancora oggi mi capita di entrare in una casa e fare subito dei ragionamenti su possibili miglioramenti. Adesso, dopo questa mia affermazione, non mi inviterà più nessuno! Scherzi a parte, questa mia attenzione ed attitudine l’ho voluta trasformare in un lavoro. Il mio compito sarà su due fronti: migliorare esteticamente la casa e renderla più funzionale.

Cosa intendo per funzionale? Per me funzionale significa facile da vivere e gestire. Tutto può essere bello e lussuoso ma se lo spazio non è funzionale, se non lo si riesce a “governare” nella quotidianità, la sola bellezza potrà risultare un limite. Un esempio elementare? Case impeccabili a prima vista, con mobili importanti ma senza uno spazio dove mettere le scope.

Un altro esempio? Le scarpe sotto il letto o abbandonate in un angolo. Naturalmente con lampada ad arco in salotto. Prima di progettare uno spazio e comprare arredi, prima di scegliere luci e complementi, prima di acquistare impulsivamente una casa – magari affascinati da un bel rendering – avete veramente riflettuto sulla funzionalità quotidiana degli ambienti?

Un paio di esempi: presenza di ripostiglio VS assenza di ripostiglio, divano sospeso e sfoderabile VS divano fino a terra non sfoderabile. Questa forte attitudine all’osservazione è il risultato di una mia “mania” su pulizia ed ordine degli spazi. Amo le case impeccabili, amo le case che funzionano bene.


Miky


Miky

Sin da piccolo sono stato un grande osservatore, guardavo tutto, proprio tutto, fino ai dettagli apparentemente più trascurabili. Era come un gioco: se c’era qualcosa che non mi piaceva immaginavo come migliorarla. Mia madre rimaneva colpita dai miei consigli, soprattutto perché dati da un ragazzino.

Ancora oggi mi capita di entrare in una casa e fare subito dei ragionamenti su possibili miglioramenti. Adesso, dopo questa mia affermazione, non mi inviterà più nessuno! Scherzi a parte, questa mia attenzione ed attitudine l’ho voluta trasformare in un lavoro. Il mio compito sarà su due fronti: migliorare esteticamente la casa e renderla più funzionale.

Cosa intendo per funzionale? Per me funzionale significa facile da vivere e gestire. Tutto può essere bello e lussuoso ma se lo spazio non è funzionale, se non lo si riesce a “governare” nella quotidianità, la sola bellezza potrà risultare un limite. Un esempio elementare? Case impeccabili a prima vista, con mobili importanti ma senza uno spazio dove mettere le scope.

Un altro esempio? Le scarpe sotto il letto o abbandonate in un angolo. Naturalmente con lampada ad arco in salotto. Prima di progettare uno spazio e comprare arredi, prima di scegliere luci e complementi, prima di acquistare impulsivamente una casa – magari affascinati da un bel rendering – avete veramente riflettuto sulla funzionalità quotidiana degli ambienti?

Un paio di esempi: presenza di ripostiglio VS assenza di ripostiglio, divano sospeso e sfoderabile VS divano fino a terra non sfoderabile. Questa forte attitudine all’osservazione è il risultato di una mia “mania” su pulizia ed ordine degli spazi. Amo le case impeccabili, amo le case che funzionano bene.


Leo

Nel corso degli anni, questa passione per la bellezza – che si accompagnava molto spesso ad un’attenta analisi dei luoghi, delle case, degli spazi pubblici e privati – si è trasformata in una Laurea in architettura ed in un costante studio ed aggiornamento sul mondo dell’interior design e dell’arte.

Se bellezza significa armonia, dovremmo dedicarci all’armonia delle nostre case, per ridisegnare dei luoghi dove stare bene, dei luoghi che corrispondano a noi stessi, alle nostre vite, alla nostra specifica energia. Dopo oltre 15 anni di esperienze maturate in importanti aziende di design, è cresciuta dentro di me – quasi fosse una naturale evoluzione del percorso di vita – la voglia di rimettermi in gioco.

Mi piacerebbe parlare con voi, per conoscervi, per capire chi siete, per comprendere le vostre reali esigenze: come immaginate la vostra casa? A quali funzioni deve adempiere? Quali stili e linguaggi sono più vicini alla vostra sensibilità? Desiderate una casa dinamica, che può cambiare facilmente, o preferite una casa “definitiva”? etc. etc. Mi piacerebbe potervi dare una mano nelle scelte degli arredi, delle luci, dei colori, dei parati, dei materiali, in tutto quanto disegnerà il luogo della vostra vita.

Ognuno di noi dovrebbe avere il diritto di essere in armonia, di stare bene: con se stesso, quando si è soli a casa, con gli altri, quando si condivide una serata tra amici. Vi assicuro, per esperienza, che i luoghi, coi loro arredi e con la loro “anima”, influenzano fortemente il nostro stato d’animo. Esistono molti studi di psico-design che trattano proprio di questi temi. La casa deve rappresentare la nostra identità e, naturalmente, deve funzionare.

Le Corbusier scriveva: “Une maison est une machine-à-habiter” ed è vero. Ma una macchina non deve essere uguale per tutti. Siamo noi che scegliamo il modello, la cilindrata, gli accessori, il colore ed il profumo. Se vi serve una mano per riflettere su modifiche da apportare, se desiderate un supporto che vi accompagni nel mondo dell’interior, se volete ragionare con me, con noi, per migliorare i vostri spazi, per renderli più belli, più umani, più funzionali, io ci sono, noi ci siamo!