Fidarsi è bene, non fidarsi, fate da soli

Negli ultimi anni stiamo riscontrando una crescente “fatica”, tra le persone che ci chiedono un supporto professionale per le loro abitazioni, ad affidarsi con serenità al nostro lavoro. Questa tema, sul quale ci siamo anche confrontati con amici e colleghi del settore, sembra essere una tendenza diffusa e crescente.
Ci siamo allora chiesti quali potessero essere le ragioni, individuando alcuni punti ricorrenti.
Da un lato, vi è oggi un’opportunità pressoché infinita di scovare progetti, immagini, informazioni, tendenze, etc., su un web ipertrofico e senza confini di sorta. Ma come ci sentiamo di dire spesso: troppe informazioni, peraltro non filtrate da competenze o da una visione progettuale d’insieme, equivalgono, nella migliore delle ipotesi, a nessuna informazione.
Dall’altro, ed è forse l’aspetto che risulta più gravoso per chi lo vive, è una vera e propria ansia da prestazione, che si riverbera in una paralisi decisionale. Ci sono milioni di opzioni disponibili. Ebbene, quale sarà la migliore in assoluto? Cosa scegliere?
Qui sgomberiamo subito il campo, affermando che in progettazione, come nella direzione artistica o stilistica dei progetti – ed ancora nella scelta degli arredi, dei complementi e delle opere d’arte – non esiste un’opzione che sia la migliore in assoluto, esiste una strada da prendere, avendo una visione complessiva.
Né può esistere, pertanto, il concetto di “progettazione “definitiva”, perché progettare, o consigliare dei pezzi da acquistare, sarà sempre un’opzione fondata su una visione, in quanto tale escludente.
È corretto il confronto tra committente e professionista?
Non è solo corretto, è doveroso, se vogliamo costruire un progetto che non sia “calato dall’alto” e che corrisponda alle aspettative dei proprietari. Ma su questo punto vogliamo essere franchi: il confronto vale finché è costruttivo ed aiuta il professionista a raccogliere le informazioni e le esigenze delle persone. Se diventa una richiesta infinita di alternative, o si trasforma in un elenco di opzioni da valutare, da parte dei clienti, no, non ha senso.
Per questo, a nostro avviso, è fondamentale fidarsi dei professionisti coinvolti, con un giusto grado di serenità. Perché coinvolgere parenti, amici, ed aprire televoti su ogni singola proposta che facciamo, non è la strada giusta.
Se vogliamo trovare un focus reale, semmai, sarà quello di evitare errori fatali, spesso dettati da mode o tendenze del momento, da ricerche fatte sui social, dove si è sovrastati da un’overdose di sollecitazioni; e da un’errata percezione che si ha degli interni, spesso costruiti per essere fotografati e pubblicati, più che per essere vissuti.
È molto rischioso “mettere in scena” le case per un pugno di like. Perché i tempi dei social non sono i tempi della vita, e le scelte devono avere una proiezione di respiro ben più ampio, oltreché corrispondere alle esigenze funzionali dell’abitazione e di chi la abita, estetica (fondamentale) a parte.
Il nostro consiglio?
Scegliete il professionista che sentite maggiormente nelle vostre corde, confrontatevi con franchezza, e poi fidatevi ed affidatevi.