Maison et Objet 2020
Rientrati da Parigi, dopo aver visitato la fiera di Maison et Objet, ed alcuni Showroom e Gallerie d’arte in centro città, è arrivato il tempo dei bilanci di quanto abbiamo visto.
Lo sappiamo, ormai si può vedere quasi tutto ovunque: nelle riviste, on line, sui social e nei negozi. Ma per conoscere nuove realtà, per scambiare due riflessioni coi designer che cercano di creare e proporre qualcosa di veramente nuovo, per tessere relazioni umane e professionali interessanti, è ancora necessario muoversi fisicamente, viaggiare, partecipare ad eventi e fiere.
Tutto questo perché crediamo molto, non solo nella ricerca, ma anche nel valore del dialogo diretto con le persone. Amiamo vedere l’entusiasmo di chi ci tiene a spiegarti con passione quello che ha creato, amiamo conoscere le nuove generazioni che si mettono in gioco, non senza difficoltà – magari investendo tutte le loro risorse – per partecipare ad un evento ed avere visibilità.
Ci piace esprimere con molta franchezza il nostro pensiero: ebbene, nel mondo dell’interior design le proposte sono davvero infinite, forse troppe, e capiamo quanto possa risultare difficile effettuare delle scelte, pur avendo le idee chiare.
Come in altre fiere, anche qui abbiamo visto tutto ed il contrario di tutto, ed al netto del nostro gusto personale e soggettivo, non salviamo moltissimo. Tra le novità, abbiamo avuto delle buone sensazioni per quanto stanno cercando di fare in Spagna e Portogallo, una parte d’Europa che ci appare particolarmente creativa ed originale.
Se avete voglia di curiosare, vi segnaliamo Gofi, un brand promettente nato da poco a Barcellona, e Treku, un’interessante azienda dei Paesi Baschi che già conoscevamo ma che abbiamo studiato più da vicino. Parlando del Portogallo, ci fa piacere menzionare Dooq, capace di muoversi tra passato e futuro, con proposte originali ed eleganti, e Circu, una realtà caleidoscopica che può dare risposta alle sensibilità più divertenti.
Ed anche il Regno Unito, Paese con una storia ed un’identità ben marcate, è stato capace di conquistare la nostra attenzione: abbiamo apprezzato Jonathan Adler, designer sospeso tra tradizione e colore, ed abbiamo conosciuto l’artista Lady Deidre Dyson e la sua elegante collezione di tappeti.
Kann, pur avendo una lunga tradizione – nasce in Libano nel 1958 – è oggi un’azienda francese capace di dare spazio a giovani designer di diversa provenienza e sensibilità, con un’attenzione particolare alla qualità dei materiali.
Chiudiamo questa selezione con La Chance, una giovane realtà parigina che fonda le proprie radici stilistiche nel periodo Art Deco, rivisitato in chiave contemporanea e valorizzato dall’utilizzo di materiali nobili. Bellissima l’energia respirata all’interno dello Studio, con giovani designer felici di raccontare il loro lavoro. È stato bello essere a Parigi. Prossimo appuntamento? Francoforte a febbraio!