Vademecum per vivere bene
Molti parlano di questo momento storico come un’occasione d’oro per fermarsi e rivedere alcuni parametri della propria vita e del “sistema-mondo”. Parliamoci chiaro, ce la saremmo risparmiata volentieri, ma rimane il fatto che trascorrere tutto il tempo che abbiamo dentro casa rimane una bella sfida, da qualunque punto la si veda e comunque la si pensi. E questo tempo non va fatto passare in un’attesa frustrante, deve essere trasformato in qualcosa di costruttivo.
Siamo reclusi dentro casa. Solo ora vediamo le cose che non ci piacciono e quelle che non funzionano, e solo ora stiamo valutando, con la giusta attenzione, i piccoli o grandi cambiamenti che vorremmo apportare. Ricordatevi che anche la casa si può ammalare, non di coronavirus ma delle nostre cattive abitudini: l’accumulo, la trascuratezza, la mancanza di una percezione consapevole della qualità degli spazi.
Ci guardiamo attorno con occhi diversi, perché fino al giorno precedente il lockdown – ammettiamolo – vivevamo la casa come fosse un albergo: uscivamo la mattina dopo una bella doccia e rientravamo la sera, alla fine della giornata lavorativa. Giusto un boccone, una serie su Netflix e poi a letto. I giorni si susseguivano tutti uguali, ripetizioni monotone spezzate solo dal pensiero della vacanza successiva.
Non vi diciamo “fermatevi e respirate”, perché siete già fermi, vi diciamo di fare tre bei respiri profondi, sgomberando la mente e lo spirito dalla malinconia – un vero e proprio virus – e di agire per migliorare la vita iniziando dalla casa. Partiamo dalle cose più semplici, l’alleggerimento ed il riordino degli spazi, il decluttering e lo space organizing, direbbero i nostri amici oltreoceano.
Organizzate un vero e proprio giro della casa, aprite ogni cassetto ed analizzate quello che c’è dentro. Vi accorgerete di trovare cose ed oggetti che nemmeno vi ricordavate di possedere. Tenete quello che per voi ha un valore reale e mettetelo in ordine. Il resto gettatelo. Lo sapete che l’accumulo di cose appesantisce la nostra mente oltreché lo spazio? E’ una vera e propria patologia.
Fate la stessa cosa in cucina, un altro luogo dove si tende ad abbandonare le cose senza un reale utilizzo. Svuotate un’anta alla volta e procedete con lo stesso metodo dei cassetti. E prima di riporre al proprio posto quello che volete tenere, date una pulita come si deve. Lo stesso valga per il frigo!
Vogliamo parlare del bagno? Ne vediamo alcuni con creme solari degli anni ’80, conservate come fossero le ampolle della regina Cleopatra. Per non parlare delle boccette vuote dei profumi: “quelle le teniamo perché sono belle”, non è vero? Ma la casa non è come l’Universo che tende all’infinito, la casa è uno spazio finito. Rispettiamolo, diversamente verremo travolti da una valanga che ci seppellirà.
Passiamo agli armadi ed al guardaroba. Questa è forse una delle zone più critiche di accumulo, perché non riusciamo a liberarci dei vestiti che non ci vanno più bene, sperando di poter dar loro una seconda chance, o perché diciamo: “forse tornerà di moda!”. Siate onesti con voi stessi ed abbiate il coraggio di buttare o regalare tutto quello che non avete indossato nel corso dell’ultimo anno. Anche qui, tirate fuori tutto, passatelo in rassegna, e conservate solo quello che utilizzate, riponendolo al proprio posto con un ordine logico. Less is more.
Chiudiamo con il film dell’orrore più visto nelle case degli italiani, e non solo, il cui titolo è “La libreria”. Questo mobile è considerato l’ultima spiaggia dell’accumulo, la prova provata della nostra incapacità di eliminare ciò che non serve o che non contribuisce alla qualità estetica dello spazio. Oltretutto, ha spesso la sfortuna di essere posizionato nel living, nella stanza più importante, quella che utilizziamo per accogliere i nostri ospiti. Abbiamo tempo, nessun alibi, smantelliamola completamente. Da quanto non lo facevamo? Qui il lavoro sarà doppio perché non dovremo solo eliminare ciò che non serve ma dovremo anche impegnarci per ricollocare tutto nella giusta posizione, pensando alla funzionalità e all’estetica. La libreria è come un quadro da dipingere: l’ordine degli oggetti non può essere casuale, va pensato.
Un’ultima riflessione: che abitiate da soli, in coppia o in famiglia, probabilmente vi siete accorti che mancano degli spazi. Probabilmente state vivendo male la promiscuità quotidiana, soprattutto nelle case meno grandi. Anche se non avete una stanza per tutti, iniziate a pensare se non sia possibile creare degli “angoli” per poter leggere un libro in santa pace, magari in camera da letto, o se l’open-space non possa essere suddiviso in qualche modo, così da creare ambienti dalla diversa funzione.
Tutti noi stiamo vivendo la casa molto più intensamente e la stiamo conoscendo bene, forse per la prima volta. Utilizziamo questa nuova consapevolezza per riconquistare un nuovo equilibrio esistenziale, cercando una vera armonia che parta da noi stessi. Ha scritto Renzo Piano, in questi giorni: “Ci sarà da costruire un mondo migliore”. Perché non iniziamo da casa nostra? Non ci sono più scuse!